Ismaele dice :« ...
andarmene un pò per mare, a vedere la parte del mondo ricoperta dalle acque. È uno dei miei sistemi per scacciare la tristezza e regolare la circolazione del sangue. Ogniqualvolta mi accorgo che la ruga attorno alla mia bocca si fa più profonda; ogniqualvolta c'è un umido tedioso novembre nella mia anima...; e, specialmente, ogniqualvolta l'insofferenza mi possiede a tal punto che devo far appello a un saldo principio morale per trattenermi dal discendere in strada e buttar giù metodicamente il cappello di testa ai passanti, giudico allora che sia venuto il momento di prendere il mare al più presto possibile...»
Io, Morquan, prendo il mare con il mio kayak rosso.

04 novembre 2009

Giovanni



Giovanni, classe 1950, operatore subacqueo, vive e lavora a Pozzuoli. L'ho conosciuto questa mattina sul pontile della Lega Navale. "Vento di terra, non ti allontanare" mi ha detto preoccupato. Gli ho risposto, un po' piccato, di stare tranquillo, che avevo già calcolato tutto. E lui, quasi a scusarsi, mi racconta di quando, bambino, sfruttava questo vento per raggiungere una spiaggia vicina a bordo di un sandolino, usando un ombrellone come vela. Poi aspettava la termica di mezzogiorno per tornare a casa. Quando era bambino non era come oggi che tutti hanno paura di tutti. I suoi genitori lo lasciavano libero di stare a mare con gli amici e "socializzare", come dice lui. Mi racconta di quando dentro i mezzi tini, usati dai pescatori per raccogliere e stivare il pesce, remando con le mani, raggiungevano "i pali" per fregarsi un paio di chili di cozze. " Oggi i ragazzi non socializzano più ", stanno davanti al computer, che lui odia, e non socializzano. Andava a scuola con "i mezzi", e anche quello era un momento buono per socializzare. Perchè lui le scuole le ha fatte tutte. E anche due anni di ingegneria, poi abbandonata per amore di una donna sposata, dalla quale aveva avuto un figlio. E allora aveva iniziato a lavorare sulle piattaforme come subacqueo altofondalista, che si guadagnava bene.
Lui, il '68 l'aveva fatto. Era del movimento studentesco e il suo attivismo gli era valso il servizio militare in una "bella" caserma punitiva a Spilimbergo. In caserma aveva trovato tutti "compagni", con i quali era entrato subito in sintonia. Si regolavano tra loro per i turni di servizio, perchè quando c'è accordo tra le persone non c'è bisogno di autorità. E questa è l'anarchia, mi spiega, non caos come si pensa. Questa è un po' la sua vita, conclude, una vita passata a mare perchè "io lontano dal mare, più di un giorno, non ci resisto".
" E mò vai, sennò ti perdi la bella giornata".

1 commento:

riccardo giordano ha detto...

A luglio alla Corricella, a Procida, fanno una gara nei tini, di plastica, a chi arriva primo remando con le mani. Chissà che l'origine non sia quella...