Ismaele dice :« ...
andarmene un pò per mare, a vedere la parte del mondo ricoperta dalle acque. È uno dei miei sistemi per scacciare la tristezza e regolare la circolazione del sangue. Ogniqualvolta mi accorgo che la ruga attorno alla mia bocca si fa più profonda; ogniqualvolta c'è un umido tedioso novembre nella mia anima...; e, specialmente, ogniqualvolta l'insofferenza mi possiede a tal punto che devo far appello a un saldo principio morale per trattenermi dal discendere in strada e buttar giù metodicamente il cappello di testa ai passanti, giudico allora che sia venuto il momento di prendere il mare al più presto possibile...»
Io, Morquan, prendo il mare con il mio kayak rosso.

17 dicembre 2009

OP...là!


...OP...OP...OP
zompetto giulivo


in viso rosso come il mio kayak.

Come spesso i miei occhi ultimamente.


Grazie Ugo.
Thank you Richard.

13 dicembre 2009

!!! DLEN !!!



produci, consuma, crepa.
dlen: apre la cassa quattro.
rapida la fila si divide in fughe
a consumare primi il rito.
prima pagare, prima consumare.
ma per crepare un po’ alla volta.
non prima di aver prodotto un altro
che produca. che consumi. e crepi.


è nella lingua tutto il dolore. parole che significano troppo. troppe cose. anche contrarie. sillabe
sottili e silenziose sfrecciano come stiletti. così che il vortice di lettere t’avvolge in spire a soffocare
i sensi. anche te. proprio il tuo senso.


erano chiusi i tuoi occhi. e i miei. ma fissi negli
inciampi futuri. verso il niente a venire. e che
inizia ogni giorno col giorno e finisce ogni notte
col buio. nei sogni a cui s’avvinghia stretto al
domani di sempre. allo stesso alone d’inchiostro

Degli autori solo uno usa il kayak.
Ma sono tre inuit.

Per chi volesse curiosare:
ilteoremadelloscaffale@gmail.com

19 novembre 2009

Arte no-brand

Italsider. Coroglio. Bagnoli.
Italsider: il sogno di una industria napoletana che possa creare sviluppo e occupazione.
Coroglio: l'incubo della devastazione di un tratto di costa che ti stordisce con la forza che ha un luogo così pieno di storia, umanità, bellezza.
Bagnoli: la realtà di un quartiere-paese, dalla nascita in continua metamorfosi.


Per me, il fascino struggente di una zona di confine tra paradiso e inferno, lo stupore di momenti surreali che qui ho vissuto, la gioia di un contatto libero col mare, in questa città paradossalmente precluso.

Mi regalo una nostalgica pagaiata tra i pontili della fabbrica.
Ho in regalo una stupefacente mostra di arte no-brand.





Di arte e brand ne parla qui Tommaso Pincio.

07 novembre 2009

L'anima


"...Chiudo con un racconto proprio di Salamov.
Salamov si trovava in un gulag, e nella sua baracca avviene un'ispezione.La polizia chiede di consegnare tutta una serie di cose esterne al proprio corpo: gli arti artificiali, le dentiere, tutte le protesi. E allora fra questi prigionieri
c'è chi si toglie la dentiera, chi si leva l'occhio di vetro, chi si smonta la gamba. Ma Varlam Salamov è molto giovane, è sano, e quindi la polizia scherzando dice: " Tu cosa ci consegni? ". E lui fermo: " Niente ". Allora dice la polizia: " Tu ci consegni l'anima ".
Salamov risponde così, d'istinto: " No, io l'anima non ve la consegno ". Al che quelli continuano:" Un mese di punizione se non ce la consegni".
" No, non ve la consegno."
" Due mesi di punizione se non ce la consegni."
" Io l'anima non ve la do."
" Quattro mesi di punizione" che nei gulag significa quasi morte certa.
" L'anima non ve la do."
Dopo i quattro mesi di punizione, Salamov sopravvive e scriverà: " Io per tutta la vita non avevo mai creduto di avere l'anima ".

Roberto Saviano " La bellezza e l'inferno - Discorso all' Accademia di Svezia"

04 novembre 2009

Giovanni



Giovanni, classe 1950, operatore subacqueo, vive e lavora a Pozzuoli. L'ho conosciuto questa mattina sul pontile della Lega Navale. "Vento di terra, non ti allontanare" mi ha detto preoccupato. Gli ho risposto, un po' piccato, di stare tranquillo, che avevo già calcolato tutto. E lui, quasi a scusarsi, mi racconta di quando, bambino, sfruttava questo vento per raggiungere una spiaggia vicina a bordo di un sandolino, usando un ombrellone come vela. Poi aspettava la termica di mezzogiorno per tornare a casa. Quando era bambino non era come oggi che tutti hanno paura di tutti. I suoi genitori lo lasciavano libero di stare a mare con gli amici e "socializzare", come dice lui. Mi racconta di quando dentro i mezzi tini, usati dai pescatori per raccogliere e stivare il pesce, remando con le mani, raggiungevano "i pali" per fregarsi un paio di chili di cozze. " Oggi i ragazzi non socializzano più ", stanno davanti al computer, che lui odia, e non socializzano. Andava a scuola con "i mezzi", e anche quello era un momento buono per socializzare. Perchè lui le scuole le ha fatte tutte. E anche due anni di ingegneria, poi abbandonata per amore di una donna sposata, dalla quale aveva avuto un figlio. E allora aveva iniziato a lavorare sulle piattaforme come subacqueo altofondalista, che si guadagnava bene.
Lui, il '68 l'aveva fatto. Era del movimento studentesco e il suo attivismo gli era valso il servizio militare in una "bella" caserma punitiva a Spilimbergo. In caserma aveva trovato tutti "compagni", con i quali era entrato subito in sintonia. Si regolavano tra loro per i turni di servizio, perchè quando c'è accordo tra le persone non c'è bisogno di autorità. E questa è l'anarchia, mi spiega, non caos come si pensa. Questa è un po' la sua vita, conclude, una vita passata a mare perchè "io lontano dal mare, più di un giorno, non ci resisto".
" E mò vai, sennò ti perdi la bella giornata".

27 ottobre 2009

Naufragio


Ho perso uno dei miei maestri. Mi ha tradito o, forse, ha solo tradito l'idea che io avevo di lui. Mi ha colpito alle spalle. Ho seguito gli insegnamenti del karate-do avendo come punto di riferimento il suo esempio, il suo comportamento esemplare. Comportamento che ho scoperto essere solo di facciata. Ho scoperto l'altra metà di un uomo che si nasconde da sempre. Un uomo che di giorno veste i panni di "maestro gentiluomo" e di notte striscia lungo i muri in cerca di pollai da saccheggiare. Ancora non provo rabbia per quello che ho subito, ma solo dolore. Dolore per una perdita importante, per un lutto, un altro lutto che mi sta segnando. Non ho un futuro con quest'uomo, ma ho un passato importante. Seguendolo, ho percorso un cammino che ha attraversato momenti importanti della mia vita. Ma, evidentemente, non seguivo un maestro, bensì gli insegnamenti che mi arrivavano attraverso un fantoccio che sembrava credibile. Ho perso un affetto ma rimane tutto il resto: tutto quello che inconsapevolmente mi è stato dato, tutto quello che ho preso, tutto quello che ho costruito. Sono addolorato e non provo pena per l'inferno che sta vivendo quest'uomo a causa delle sua follia. Ho ricevuto un'ultima lezione e non ho ancora capito quale sia.
Per questa e tutte le altre che ho ricevuto dico: grazie a te, nonostante te.
Non credo che un maestro debba essere necessariamente e assolutamente coerente per portare un insegnament0 di valore, perchè una coerenza intransigente calpesta chi ti sta vicino. Ma sicuramente deve essere onesto e ammettere le proprie debolezze e i propri limiti. Solo così darà valore al proprio insegnamento, dimostrando di essere un uomo che percorre una via di miglioramento. Mostrando le proprie imperfezioni non perderà autorità perchè rimarrà sempre la guida che conduce chi lo segue. Un maestro non è sopra i suoi allievi, ma è con loro, uno o dieci passi avanti. La luce che porta con se non è "la Verità assoluta a cui aspirare" ma una luce che illumina il cammino dei suoi allievi e il suo. Un maestro da e riceve, se si pone al di sopra dei suoi allievi interrompe questo amorevole scambio e cessa di essere un maestro. Esclude il cuore e rimane la sola testa. E allora meglio la lettura di un buon manuale.
Un maestro deve essere onesto e coraggioso.
Ad essere onesti e coraggiosi spingo i miei figli, nei quali mi specchio ogni giorno.

Nel mio kayak si è aperta una profonda falla. Devo ripararla e riprendere al più presto la navigazione.

18 ottobre 2009

Il popolo italiano?


"...Salvo quel che è di comune dominio, so pochissimo di vita e miracoli di Silvio Berlusconi, il cavaliere. Molto più di me ne saprà sicuramente il popolo italiano, che una, due, tre volte lo ha insediato sulla poltrona di primo ministro. Ebbene, come di solito si sente dire, i popoli sono sovrani, ma anche saggi e prudenti, soprattutto da quando il continuo esercizio della democrazia ha fornito ai cittadini alcune nozioni utili a capire come funziona la politica e quali sono i diversi modi di ottenere il potere. Ciò significa che il popolo sa molto bene quel che vuole quando è chiamato a votare. Nel caso concreto del popolo italiano- perchè è di esso che stiamo parlando, e non di un altro (ci arriveremo)- è dimostrato come l'inclinazione sentimentale che prova per Berlusconi, tre volte manifestata, sia indifferente a qualsiasi considerazione di ordine morale. In effetti, nel paese della mafia e della camorra, che importanza potrà mai avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente? In un paese in cui la giustizia non ha mai goduto di buona reputazione, che cosa cambia se il primo ministro fa approvare leggi a misura dei suoi interessi, tutelandosi contro qualsiasi tentativo di punizione dei suoi eccessi e abusi di autorità?..."

"Il quaderno"
Josè Saramago


Se esistesse un popolo italiano, si dovrebbe vergognare.
Del resto, se esistesse, avrebbe un inno nazionale.
Non una burla come questa.
Se ne parla su Carmilla.

Memorie abusive


Subisco un'altra lapide abusiva in memoria di uno, morto ammazzato per uno sgarro.
L'affissione di simili lapidi è un gesto violento e arrogante.
Un gesto rabbioso che trasforma il ricordo in minaccia.
Non ti dimenticheremo diventa non dimentichiamo.
Un gesto che non esprime dolore perchè è senza pudore.
Un gesto vuoto.
Pura pornografia.

Una luce

Ogni tanto, una luce ti sbatte in faccia e, come un colpo di bastone, ti risveglia:

"Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo."

"I giusti"
Jorge Luis Borges

E con un po' di calore in corpo riprendi a pagaiare.


03 febbraio 2009

Il Grigio




Uno che muore rapinando a mano armata.
Uno che uccide il suo rapinatore.
Uno che inchioda, prepotente, una lapide in memoria del rapinatore.
Uno, che lo amava, urla, si consola e si perdona e pone a ornamento
immarceorribili fiori di plastica.
Uno che non la rimuove, complice e corrotto.


È grigio, tanto che quasi non si vede l'0rizzonte.

02 febbraio 2009

Pesca in rete.


(ma che bel suono ha il norvegese!)

22 gennaio 2009

Ingarbugliata? Sgarbugliata!


M. K. Gandhi, Harijan, 26 gennaio 1938) Gandhi sulla questione Palestinese

“Ho ricevuto numerose lettere in cui mi si chiede di esprimere il mio parere sulla controversia tra arabi ed ebrei in Palestina e sulla persecuzione degli ebrei in Germania. Non è senza esitazione che mi arrischio a dare un giudizio su problemi tanto spinosi.” Le mie simpatie vanno tutte agli ebrei. In Sud Africa sono stato in stretti rapporti con molti ebrei. Alcuni di questi sono divenuti miei intimi amici. Attraverso questi amici ho appreso molte cose sulla multisecolare persecuzione di cui gli ebrei sono stati oggetto.[…….]. Ma la simpatia che nutro per gli ebrei non mi chiude gli occhi alla giustizia. La rivendicazione degli ebrei di un territorio nazionale non mi pare giusta. A sostegno di tale rivendicazione viene invocata la Bibbia e la tenacia con cui gli ebrei hanno sempre agognato il ritorno in Palestina. Perché, come gli altri popoli della terra, gli ebrei non dovrebbero fare la loro patria del Paese dove sono nati e dove si guadagnano da vivere? La Palestina appartiene agli arabi come l’Inghilterra appartiene agli inglesi e la Francia appartiene ai francesi. È ingiusto e disumano imporre agli arabi la presenza degli ebrei. Ciò che sta avvenendo oggi in Palestina non può esser giustificato da nessun principio morale. I mandati non hanno alcun valore, tranne quello conferito loro dall’ultima guerra. Sarebbe chiaramente un crimine contro l’umanità costringere gli orgogliosi arabi a restituire in parte o interamente la Palestina agli ebrei come loro territorio nazionale. La cosa corretta è di pretendere un trattamento giusto per gli ebrei, dovunque siano nati o si trovino. Gli ebrei nati in Francia sono francesi esattamente come sono francesi i cristiani nati in Francia. Se gli ebrei sostengono di non avere altra patria che la Palestina, sono disposti ad essere cacciati dalle altre parti del mondo in cui risiedono? Oppure vogliono una doppia patria in cui stabilirsi a loro piacimento? […] Sono convinto che gli ebrei stanno agendo ingiustamente. La Palestina biblica non è un’entità geografica. Essa deve trovarsi nei loro cuori. Ma messo anche che essi considerino la terra di Palestina come loro patria, è ingiusto entrare in essa facendosi scudo dei fucili . Un’azione religiosa non può essere compiuta con l’aiuto delle baionette e delle bombe (oltre tutto altrui). Gli ebrei possono stabilirsi in Palestina soltanto col consenso degli arabi. […] Non intendo difendere gli eccessi commessi dagli arabi. Vorrei che essi avessero scelto il metodo della nonviolenza per resistere contro quella che giustamente considerano un’aggressione del loro Paese. Ma in base ai canoni universalmente accettati del giusto e dell’ingiusto, non può essere detto niente contro la resistenza degli arabi di fronte alle preponderanti forze avversarie.”

Gandhi

01 gennaio 2009

«Genio irregolare»???!!!!

Per quanto mi riguarda, Giovanni Allevi vale quanto i fichi secchi:
il primo è gradevole;
il secondo da un leggero senso di nausea;
il terzo disturba.
Ma, se tollero un moderato ascolto di questo «...genio irregolare, fenomeno della musica classica contemporanea...», detesto
chi crea e vende l'evento del fico secco!

Vado ad ascoltare un po' di musica "buona".
In calce la partitura.